Se non fossimo capaci di condividere i progressi e le scoperte della scienza e della tecnologia, queste sarebbero totalmente inutili all'uomo. Alla base delle grandi scoperte c'è la generosità o meglio ancora la sinergia.

Un popolo che voglia progredire verso un futuro di pace con il minimo di ingiustizie condivide il suo sapere.

Solo così si possono sconfiggere i nemici, che sfruttano l'ignoranza e l'egoismo per dominare il mondo.

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il romanzo

 Amicizia, guerra, amore, azione, sorpresa, sono gli ingredienti di questo libro coinvolgente

 «quello che non dovrete mai dimenticare è che la guerra torna sempre, ovunque e ogni volta che l’ingiustizia trionfa, che la fame di molti e l’ambizione di pochi diventano grandi, ogni volta che l’orgoglio supera la ragione nelle motivazioni degli uomini e la guerra distrugge ogni cosa, molto più delle cose stesse, la guerra distrugge l’umanità della gente».

I preti blu, ultimi superstiti di una civiltà distrutta e scomparsa tanto antica da non avere lasciato alcuna traccia tranne semi di conoscenza ovunque abbiano potuto sopravvivere. Tempi nei quali scienza e tecnologia, ora considerate magia, erano diffuse e disponibili all’umanità ma che ormai non c’erano più; tempi passati, annullati da millenni trascorsi e da avvenimenti catastrofici.

Gli ultimi sei ne hanno ritrovata una di prove, un manufatto che li renderebbe invincibili nel mondo attuale dove la società comincia faticosamente ad assumere sembianze di un regno.

Il regno è grande, esteso dalle montagne al mare, delimitato a Nord dal Nin il grande fiume che fa da confine separandolo da territori meno fiorenti e abitati da genti che non sopportano l’ordine ma combattono continuamente, tribù contro tribù, clan contro clan, razziando l’un l’altro per disputarsi un momento, quasi sempre breve, di potere.

Ovunque i superstiti dell’epoca antica hanno lasciato una traccia del loro sapere, un seme per le nuove generazioni, semi dispersi ma che portano germogli: miglioramenti e prosperità. Il fiorire di conoscenze specialistiche in zone lontane tra loro, dov’erano necessarie ma senza una forma di sviluppo che fosse derivato dalla ricerca complessiva era un fatto inspiegabile. Era strano che fossero apparse quasi contemporaneamente nei vari territori in pochissimi anni dopo lunghi periodi di stagnazione.

Nella terra del pane ricca produttrice di granaglie e in quella di Bhur dove la tecnologia di lavorazione dei metalli è massimamente concentrata, come nella terra delle acque, è enormemente progredita la tecnica. La semina e raccolta, il convogliamento delle acque; nella capitale i sistemi di conto e di registrazione sono diventati più efficienti. Ci sono stati cambiamenti, improvvisi e rapidi. Sono stati cambiamenti positivi è vero ma sono avvenuti inspiegabilmente e contemporaneamente, differenti nelle varie aree del regno.

Nonostante la fedeltà e l’amicizia tra i nobili feudali che governano i vari territori, specializzati nelle varie produzioni, nessuno di loro ha rinunciato, per orgoglio o per ambizione, caratteristiche umane inevitabili, alla protezione dei segreti che avrebbero permesso la supremazia in un settore vitale del regno. La cosa poteva causare divisioni nel reame dovute proprio ai progressi nei vari settori. Un filo invisibile collega tutti questi fatti.

Ora, altrettanto inspiegabilmente si sono interrotti i rapporti con i territori costieri e qualcosa sta succedendo laggiù, qualcosa di molto brutto e pericoloso: l’interruzione dei rapporti commerciali con la zona costiera.

Una nuova violenta religione fanatica opprime la gente, si parla di nuovi dèi. Strane armi sembrano in possesso dei preti di fiamma. Ancora e ancora il riferimento ai preti blu, mitici esseri che dal castello di Rohinin dominano sul feudo di Hugo, fomentando una nuova religione basata sul fuoco e sulla violenza che al centro ha loro, come massimi sacerdoti se non addirittura come dèi, qualcuno lo affermava, giunti sulla terra da un altro mondo per dominarla.

«Il vero pericolo è la loro convinzione di potersi rappresentare come dèi e in questa veste modificare l’atteggiamento delle popolazioni. Aspirano a governare un regno. Quando se ne andarono il vostro non esisteva ancora, era un embrione ma ora c’è, è una realtà concreta, cercheranno di impossessarsene» aveva detto loro l’ultimo dei saggi.

Una minaccia sconosciuta grava sul regno: Nolan, il principe si reca in incognito a indagare a rischio della vita e nel castello di Rohinin trova le prove: non sono dèi ma uomini in possesso di conoscenze superiori e armi e manufatti apparentemente magici. Ritrova anche la giovane Aurel da sempre amata e nuovi amici. Riescono a sfuggire e ad avvertire il regno. Oras, Nat, Ario, Orso, Ago e Filo e l’enigmatico Doran del ponte. La guerra incombe e viene combattuta corpo a corpo, eroi contro armi devastanti, sangue e fatica, un passo alla volta. In gioco c’è il regno e il suo progetto contro una dominazione violenta e fanatica al servizio di falsi dèi, in gioco c’è il futuro di una nuova umanità.